COMUNICATO STAMPA N.70

SERVE UNA CURA DEL VERDE IMMEDIATA PER TERRACINA: EUROPA VERDE TERRACINA EVIDENZIA LA SITUAZIONE MOLTO CRITICA DEL VERDE URBANO CITTADINO DICHIARANDOSI PREOCCUPATA PER GLI “STRANI SILENZI” SUL PARCO DEL MONTUNO E NETTAMENTE CONTRARIA ALLA PROPOSTA PROGETTUALE DI RECUPERO DEL PARCO DELLA RIMEMBRANZA, A Valere Sul PNRR, CHE PREVEDE ADDIRITTURA LA PREDISPOSIZIONE DI UN NUOVO ASCENSORE, MENTRE ASSOCIAZIONI E COMITATI CITTADINI LAMENTANO LA scarsa ATTENZIONE SULLE NECESSITA’ E I PROBLEMI DEI PARCHI E DELLE AREE VERDI.

#svoltaverdeperterracina

Il Rapporto Ecosistema Urbano Terracina di Legambiente 2021 è uscito in questi giorni e purtroppo conferma e per il quinto anno consecutivo la situazione di estrema criticità in cui versa il verde urbano a Terracina. Mancano totalmente gli strumenti di pianificazione come il Piano del Verde, il Regolamento del Verde in applicazione della legge 10 del 2013, il Censimento del Verde, il Catasto degli Alberi, un Regolamento Scavi per la gestione dei sotto-servizi mentre l’estensione pro-capite di verde fruibile (verde pubblico attrezzato) a Terracina è di 4,88 mq/abitante contro una media di città confrontabili di ben 42 mq/abitante, un valore molto critico che si pone addirittura sotto il valore previsto dagli standard urbanistici che è di 9 mq/abitante, e che impatta in modo significativo su una città a vocazione turistica (Dati Ecosistema Legambiente Terracina 2021). Inoltre sarebbe necessario applicare da subito la Legge regionale sul Verde Urbano per la diffusione del verde pubblico e privato: tetti verdi, recinzioni verdi, giardini verticali provvedendo anche ad assegnare gli spazi destinati ad Orti urbani e continuando a gestire con cura il rischio incendio che a Terracina, come dimostra la storia degli ultimi anni, è un problema molto serio visto che la Percentuale di superficie (boscata e non boscata) bruciata nel periodo 2014-2019 è pari a  ben 706 ettari, oltre 4 volte la media nazionale (Dati Ecosistema Legambiente Terracina 2021).

In questi anni abbiamo visto Parchi riaperti, inaugurati e successivamente abbandonati (come la Fossata, ormai teatro perfino di abusi edilizi come il taglio di pregiate essenze arboree, e in misura minore il Parco del Montuno, ma solo grazie alla cura dei volontari di Legambiente), altri parchi per i quali urgono interventi di mitigazione del rischio idrogeologico mai avviati (come il Parco della Rimembranza, che resiste solo grazie all’attenzione costante dei volontari del WWF), tanti alberi abbattuti senza un Regolamento del Verde urbano, un Regolamento scavi e un piano di ripiantumazioni, per non parlare della mancata manutenzione del patrimonio arboreo in particolare dei pini lungo le strade che senza una adeguata e periodica manutenzione diventano ovviamente pericolosi. A questo si aggiunge un crescente consumo di suolo, spesso anche destinato a Verde pubblico, con autorizzazioni, permessi a costruire e delibere in variante a PRG e PPE di nuova ed inutile cubatura residenziale privata, con un vertiginoso aumento dei permessi di costruire negli ultimi due anni. Una vera e propria colata di cemento che si abbatte anche su zone pregiate, come la costa ed il lungomare, di una città che è priva di verde sul suo pregiato lungomare e subisce anche una occupazione selvaggia del suolo pubblico (strade, marciapiedi, piazze, giardini pubblici) con tavoli, sedie e dehors.

Occorre riportare immediatamente ordine in questa pessima gestione con interventi razionali e all’interno di una pianificazione pluriennale: i parchi e le aree verdi non solo vanno aperte, curate, sistemate ed attrezzate ma vanno ampliate quelle esistenti e realizzate di nuove nelle frazioni popolose e di recente urbanizzazione come Borgo Hermada, La Fiora e il Calcatore, vista la carenza storica di verde pubblico attrezzato nella nostra città con solo lo 0,16% della superficie comunale di Verde Disponibile contro una media italiana del 2,8% (Dati Ecosistema Legambiente Terracina 2021).  

E’ fondamentale riqualificare i Parchi cittadini esistenti (Montuno, Fossata, Città Gemellate, Area Chezzi, sorvoliamo sul mini Parco del Riuso a Calcatore, davvero minuscolo e poco curato, Calcatore avrebbe bisogno di una progettazione ex novo!) con punti informativi, nuovi arredi in legno o in materiale riciclabile, fontanelle per la distribuzione dell’acqua potabile, impianti di irrigazione, andrebbe migliorata la raccolta dei rifiuti e la cura del verde, con un presidio costante delle aree per evitare degrado e vandalismo anche attivando patti di collaborazione tra Comune e Associazioni o Comitati, come indicato anche dalla Regione Lazio con il Regolamento sull’amministrazione condivisa dei beni comuni del 19 febbraio 2020 n.7 (BUR 20 febbraio 2020 n.15). Così come è necessaria l’attivazione del sistema di videosorveglianza laddove predisposto, promuovendo dovunque nei parchi e aree verdi progetti di Riforestazione Urbana contro l’Emergenza Climatica e piantumando nuovi alberi aderendo a iniziative importanti come il progetto Ossigeno della Regione Lazio o il progetto MOSAICO VERDE di Legambiente/AzzeroC02, a cui peraltro, grazie al circolo locale, il Comune aveva aderito sulla carta ma al quale non si è dato mai seguito.

Non condividiamo affatto la proposta progettuale “Intervento di recupero del Parco della Rimembranza” approvata con Delibera di Giunta n.27 del 15 marzo 2022, del valore complessivo di 1,354,000 euro sottoposta alla Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, componente 3, Misura 2 “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale del PNRR, Investimento 2.3 “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici” per quanto riguarda il Parco della Rimembranza, con interventi massicci come secondo ingresso e ascensore e senza nessuna risorsa dedicata al grave dissesto idrogeologico e alle priorità naturalistiche del Parco. Inoltre non riteniamo corretto non aver invitato al tavolo di co-progettazione, come ci è stato detto dai volontari, anche il WWF che lo conosce e lo cura da anni.

Siamo poi molto perplessi – visto che anche il progetto ormai finanziato di rigenerazione urbana dell’area Borgo Pio del valore complessivo di 5,000,000 euro, Missione 5 “Inclusione e Coesione”, componente 2, Misura 2 ” Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, Investimento 2.1 “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”, finanziato con decreto del 30 dicembre 2021 pubblicato sulla GU del 7 gennaio 2022, non sembra destinare risorse sufficienti alla riqualificazione del Parco del Montuno, pur essendo un parco inserito nell’area di Borgo Pio ed avendo pregiato valore naturalistico, archeologico e culturale, e pur essendo Legambiente dimostrabilmente l’autrice di fatto della prima bozza progettuale sul rifacimento del Mercato della Marina, parte integrante del progetto Borgo Pio, e l’autrice anche di una articolata proposta per il Parco del Montuno già presentata anni fa alla Amministrazione, Legambiente non è stata chiamata a nessun tavolo di co-progettazione.

Ecco non sarà certo con la piantumazione di qualche folkloristica palma washingtonia in giro per la città, anche in posti tutt’altro che adeguati, che si può sopperire a carenze amministrative di questa gravità che richiedono capacità di pianificazione, progettazione e risorse economiche adeguate che non possono essere le poche centinaia di migliaia di euro previste attualmente dall’annuale  Bilancio comunale.

 “Siamo assolutamente insoddisfatti della gestione del verde urbano operata dalle Amministrazioni in questi anni, gestione che riteniamo carente ed inadeguata, sia per l’aspetto di pianificazione che per la gestione e questo pur riconoscendo i grandi sforzi fatti dall’attuale gestore del Verde Urbano Verdeidea srl, la quale ovviamente si trova a dover agire senza indirizzi strategici e senza piani e controlli attuativi. Abbiamo anche raccolto diverse problematiche relative ai tre principali parchi cittadini: riguardo al Parco del Montuno – importante bene comune cittadino, strappato al degrado e all’incuria e riaperto dopo dieci anni, proprio grazie all’azione dei volontari di Legambiente, nel 2018- apprendiamo da Legambiente, che ha una convenzione gratuita con il Comune per la valorizzazione ecoarcheologica, che nonostante le richieste, i solleciti e le proposte dei volontari, l’Amministrazione non risponde, da tempo, a formali richieste di incontro, visto che con la pandemia da COVID19, sono aumentati gli atti vandalici, le effrazioni notturne, l’abbandono dei rifiuti ed è quindi necessario rafforzare il presidio e la vigilanza. Il Parco presenta molti problemi, come ad esempio la mancanza di illuminazione e videosorveglianza con conseguenti atti di vandalismo notturno a cui spesso pongono rimedio proprio i volontari di Legambiente, oppure la mancata apertura dei bagni pubblici, la mancata manutenzione dell’impianto idrico per mantenerlo efficiente, aumentando il numero delle fontanelle, e dell’impianto antincendio, con il conseguente impegno dei volontari Legambiente nella faticosa cura delle piante giovani piantumate e come servizio e monitoraggio antincendio. Addirittura poi non si risponde al Circolo Legambiente su un progetto per la costruzione di una casetta ecologica al Parco, completamente autofinanziata, e quindi i volontari continuano a doversi sobbarcare anche l’onere di portare da casa attrezzi e macchinari per piccole pulizie, manutenzioni e irrigazione, non avendo nessuno spazio chiuso in cui lasciarli. Relativamente al Parco della Rimembranza, amorevolmente gestito dai volontari del WWF locale da molti anni, appare decisamente poco appropriato oltre che sovradimensionato e sicuramente frutto di considerazioni ben diverse sulle finalità del Parco, la proposta di progetto recentemente approvata dall’Amministrazione che prevede soluzioni altamente impattanti su questo prezioso ecosistema, quasi verticale, della nostra città e di fatto non prevede nessuno stanziamento per il grave dissesto idrogeologico nonostante il Parco sia costantemente soggetto a fenomeni di smottamento e frane e la stessa vegetazione arborea presente sui versanti più esterni rischi di cadere sulle strutture e sui sentieri sino ad arrivare alla strada sottostante, mentre invece prevede la costruzione impattante di un ascensore. Inoltre gran parte delle opere di messa in sicurezza dei camminamenti e dei sentieri, oltre che le pergolate ed i terrazzamenti, realizzate in legno, stanno cedendo definitivamente o hanno bisogno di manutenzione e cura, cosi come alcuni locali e depositi in muratura. Queste sono le urgenze del Parco ma ormai da molti anni non viene stanziata nessuna somma in bilancio per acquistare il materiale necessario per la manutenzione ordinaria e la sostituzione delle recinzioni di legno, corrimani, gradinate ed apprestamenti per mettere in  sicurezza i sentieri e le zone di transito e di sosta. Riteniamo che qualsiasi intervento volto alla protezione, al miglioramento ambientale ed alla fruibilità del parco vada realizzato con estrema attenzione tenendo conto del delicato equilibrio di un ecosistema estremamente fragile. Per quanto riguarda il Parco delle Città Gemellate, mesi fa è nato addirittura un comitato cittadino che lamenta la scarsa attenzione che le diverse amministrazioni comunali hanno rivolto al quartiere in questi ultimi anni e in particolar modo lamenta le cattive condizioni del Parco delle Città Gemellate, che presenta, come da loro affermato in un recente comunicato stampa, oramai da anni gli stessi problemi: insicurezza notturna, molte strutture assenti e/o scarsamente manutenute, assenza di aree idonee a particolari esigenze della collettività, assenza di irrigazione e, più in generale, di idonea riqualificazione e sviluppo dell’intera zona. Ecco, ci auguriamo che l’Amministrazione, e in particolare l’Assessorato all’Ambiente, al di là dei proclami, dei comunicati stampa auto-elogiativi e degli “strani” silenzi e le mancate risposte a Legambiente sul Parco del Montuno e degli “strani” progetti di ampliamento (come quello ipotizzato per il parco della Rimembranza), finalmente prenda atto della gravità della situazione, evidenziata dal confronto con analoghe città, sentendo l’obbligo morale, etico e civico di garantire spazi verdi fruibili, ben gestiti e manutenuti, ai propri cittadini e ai turisti che scelgono la nostra città, facendo tesoro di quella ricchezza civica costituita dalle tante Associazioni di Volontariato e dai Comitati che nonostante tutto hanno ancora la voglia di prendersi a cuore con generosità gli spazi verdi di questa città.” dichiara Gabriele Subiaco, co-portavoce di Europa Verde Terracina e Consigliere Federale Nazionale di Europa Verde.