TERRACINA 16 MAGGIO 2021
Europa Verde Terracina, DOPO CHE GIÀ A FEBBRAIO SCORSO AVEVA CRITICATO LA DECISIONE DI EMETTERE I BANDI DI GARA PER L’ASSEGNAZIONE A TERZI DEI QUATTRO TRATTI DI ARENILE IN CONCESSIONE DEL COMUNE DI TERRACINA ADDIRITTURA PER 5 ANNI e FATTO RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI PER VEDERCI CHIARO, TORNA SULLA RECENTE DETERMINA DI REVOCA IN AUTOTUTELA DEGLI STESSI BANDI. UNA DECISIONE CHE ARRIVA A STAGIONE BALNEARE INIZIATA E CHE ANCORA UNA VOLTA MOSTRA UN PROCEDERE, A DIR POCO INCAUTO DI QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE.
#svoltaverdeperterracina
Il Comune di Terracina revoca con determina dirigenziale n. 448 del 12.5.2021 in autotutela (art. 21 legge n. 241/90) i bandi predisposti per l’affidamento a terzi degli arenili comunali per le stesse ragioni di carattere ammnistrativo e di opportunità tecnico-economica con le quali Europa Verde Terracina aveva motivato ed argomentato la sua critica già a febbraio scorso quando era emersa la decisione da parte dell’Amministrazione di volere emettere il bando per l’assegnazione dei quattro tratti in concessione del Comune di Terracina addirittura per 5 anni. In quell’occasione avevamo anche fatto richiesta di accesso agli atti, accesso che ha reso possibile acquisire tutta la documentazione inerente la natura delle concessioni comunali e quello che era disponibile dell’iter di proroga e assegnazione, documentazione poi tutta analizzata e approfondita.
In quella occasione avevamo subito anche la immediata replica dell’assessore al demanio che rivendicando l’efficienza e la strategicità della scelta dell’Amministrazione, si diceva stupita “dalla marcata avversione verso l’iniziativa privata” da parte di Europa Verde. Ecco a tale proposito diciamo subito, cara Assessora, che noi siamo e saremo sempre per uno sviluppo sostenibile della nostra Città che concili l’interesse pubblico e privato e che, soprattutto, sia sempre rispettoso delle leggi e delle regole!
Ci auguriamo poi che si concludano presto anche le indagini attualmente in corso da parte della Procura di Latina che riguardano il demanio marittimo e le concessioni balneari a Terracina e che hanno visto negli ultimi mesi sequestri di stabilimenti balneari e provvedimenti di avviso di proroga delle indagini a carico di imprenditori, tecnici, funzionari del Comune, responsabili e anche Dirigenti, ma anche politici come l’attuale Presidente del Consiglio Comunale di Terracina nella precedente veste di Assessore al Demanio. Indagini che immaginiamo possano avere avuto il loro peso anche nella decisione da parte del Comune di Terracina di revocare i bandi di gara relativi alle quattro concessioni demaniali comunali, già al centro di inchieste e di provvedimenti di un certo rilievo, con sequestri e rinvii a giudizio, negli anni passati.
Comunque al di là dei risvolti, assolutamente non trascurabili, legati alla situazione che si è venuta a creare con la maxi inchiesta della Procura della Repubblica di Latina e che squarcia definitivamente il velo su una situazione preoccupante in questa Città, noi affermavamo, in modo argomentato, già a febbraio scorso che le 4 concessioni demaniali comunali non potevano essere affidate a privati (e per 5 anni poi!) e che andava salvaguardato meglio l’interesse pubblico, soprattutto in considerazione del fatto che:
- abbiamo un Piano Utilizzazione Arenili (PUA) che risale al 2003 e che va assolutamente rivisto anche a fronte del nuovo PUA regionale in fase di prossima approvazione e al quale il nostro Comune dovrà adeguarsi entro 6 mesi dalla pubblicazione;
- Terracina, a differenza di quanto il Comune afferma, non sembra affatto rispettare il requisito del 50% di spiagge dedicate alla libera fruizione e quindi il nuovo PUA dovrà ristabilire questo requisito anche utilizzando le 4 spiagge di cui è concessionario direttamente il Comune;
- è necessario ripianificare il litorale in modo da rispettare il criterio degli ambiti omogenei come richiesto dal regolamento 19/2016 e dalla legge regionale 8/2015 e di nuovo le spiagge in concessione al comune risultano fondamentali per ristabilire questo equilibrio;
- è necessario ridisegnare il PUA comunale contemperando le esigenze dello sviluppo economico del litorale con la tutela e la qualità ambientale tenendo conto delle gravi problematiche che impattano sulla nostra costa come l’erosione costiera ed il degrado della qualità del sedimento sabbioso, il problema degli accessi, la mancanza di verde parcheggi e servizi. Tutte questioni rilevanti che vanno affrontate con misure efficaci e durature e non affidandosi ad interventi e soluzioni improvvisate;
- il Comune al fine della redazione del nuovo PUA deve impegnarsi nella ridefinizione e la ripianificazione equilibrata del litorale secondo i criteri di giusta contemperazione tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale che ispirano il nuovo PUA regionale e che dovranno essere recepiti ed attuati dal PUA locale.
A nostro avviso, quei pezzi di arenile così pregiati sono assolutamente fondamentali per poter correttamente ristabilire da parte del Comune di Terracina il rispetto del 50% della costa sabbiosa destinata alla libera fruizione nonché il rispetto degli ambiti omogenei per la quota di spiagge in libera fruizione, così come stabilito dal Regolamento regionale 12 Agosto 2016 n. 19. Infatti dalla “RELAZIONE STATO DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO REGIONALE 19/2016 AI SENSI DELL’ART.20 COMMA 2 DEL REGOLAMENTO MEDESIMO”, relazione del 5.6.2018, già emergeva il non rispetto di tali requisiti da parte del Comune di Terracina con invito da parte della Regione ad individuare criteri che ripristinino gli stessi in occasione dell’adeguamento del proprio Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA). Piano che come sappiamo è fermo al 2003 visto che l’aggiornamento successivo del 2012 non ha mai superato la VAS (Valutazione Ambientale Strategica).
Come anche, riteniamo, relativamente alle concessioni comunali, che la efficacia ed efficienza dell’affidamento a terzi nonché la maggior efficienza del servizio offerto dal privato (rispetto ad una gestione pubblica delle stesse) non si possano dare per scontate, quasi fossero ineludibili, ma richiedano valutazioni costi/benefici precise elaborate con idonea strumentazione tecnico-economica a supporto del processo decisionale che deve tener conto non solo della sostenibilità economica ma anche di quella sociale ed ambientale delle scelte operate dall’Ente. Ma soprattutto ci chiediamo oggi chi potrebbe essere il privato moderno ed efficientissimo che potrebbe beneficiare (e a costi di canone demaniale davvero irrisori rispetto al business potenziale) di tali preziosi ed estremamente appetibili tratti di litorale?
Allora, visti i temi rilevanti presenti sul tavolo, il nuovo PUA dovrà essere l’occasione, questa volta davvero da non mancare, per disegnare, e in una moderna modalita’ partecipativa e senza esclusioni, il futuro turistico-balneare della nostra città, in direzione di un sistema di affidamenti aperti e trasparenti, senza clientelismi e favoritismi, definendo anche un ruolo preciso dell’Ente che oggi si trova ad essere al contempo il concessionario titolare di quattro dei tratti più pregiati del nostro arenile ed il concedente relativamente al rilascio di tutte le altre concessioni demaniali marittime del Comune, e decidendo un indirizzo gestionale preciso per queste quattro concessioni comunali in collaborazione con le Associazioni e le rappresentanze locali dei Balneari, le quali in questi anni hanno accettato, a nostro avviso troppo supinamente, una concorrenza di fatto sleale da parte degli affidatari dei 4 tratti comunali.
Noi continuiamo a ritenere che, sia la decisione, assunta dall’Amministrazione, di prorogare tutte le concessioni al 2033, ivi incluse quelle comunali, con provvedimenti di autoproroga, che quella di affidare a privati per 5 anni la gestione delle concessioni demaniali in capo al Comune con relativo bando di gara, in una situazione di incertezza totale quale quelle presente che non vede nessuna chiarezza sulle concessioni demaniali ingarbugliate tra recepimento della Direttiva Bolkestein, diffide dell’Antitrust, procedura d’infrazione europea, Decreto Rilancio, note esplicative del Mise, sentenze del TAR, del Consiglio di Stato e della Cassazione, avrebbero sicuramente richiesto una maggior cautela da parte dell’Ente comunale, Ente che continua invece, come già successo anche per il caso della presunta lottizzazione abusiva della Pro-Infantia, ancora sotto sequestro da parte della Procura, a procedere, a nostro giudizio, in modo quanto meno rischioso e privo di cautela amministrativa.
Adesso attendiamo cosa deciderà la Giunta, alla quale la determina dirigenziale rimanda per un nuovo indirizzo, per la stagione balneare corrente e attendiamo la soluzione, che anche questa volta potrebbe vedere l’Azienda Speciale, utilizzata già per tappare i buchi di questa Amministrazione in altre circostanze (vedi la gestione dei beni culturali), correre in soccorso oramai a stagione balneare già iniziata con enormi rischi di disservizio per l’utenza e danni per il turismo in una situazione già di per sé difficile per via della pandemia.