COMUNICATO STAMPA N.5 EV TERRACINA Verdi europei MISURE ECONOMICHE

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EUROPA VERDE E ECONOMIA DA CORONAVIRUS: I Verdi Europei a fianco dell’Italia: gli Stati Membri dell’Unione Europea più colpiti, come l’Italia, devono essere aiutati economicamente senza prestiti e senza condizioni politicamente pericolose e con l’emissione di coronabond. Europa Verde Terracina: in questo momento è assolutamente prioritario disporre di liquidità sufficiente per ridare fiato all’economia, ripensare a tutte le filiere produttive e al turismo in una ottica sostenibile, finanziare le spese sanitarie, ospedaliere e ridefinire una cornice che tenga insieme la salute, il lavoro e il welfare, in una ottica di governo e coordinamento europeo e mondiale e attuando velocemente la transizione ecologica con le misure del Green New Deal. Non si esce dalla crisi spaccando l’Europa o cancellando il Green New Deal come vogliono i sovranisti, ma unendola ancora di più e trasformando tutto in senso ecologico.

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I Verdi tedeschi, hanno diffuso, già qualche giorno fa, un documento sulla stessa linea dell’Italia e dei paesi che chiedono all’Europa una condivisione dei rischi economici imposti da Covid-19, sfidando il muro dei no del Governo tedesco agli eurobond e all’uso dei fondi del Mes senza condizioni per gli Stati colpiti dalla crisi economica da coronavirus. Come si sa, la discussione è attualmente bloccata dai veti del nord, Germania e Olanda in primis, e dopo il Consiglio europeo del 26 marzo che ha visto la netta opposizione del governo italiano alle misure proposte ed un rinvio di due settimane, la palla ritorna all’Eurogruppo che dovrà presentare proposte alla luce della natura senza precedenti dello choc.

Al di là delle misure già messe in atto dall’Europa  https://ec.europa.eu/italy/news/20200317_covid_19_risposta_europa_it come l’attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita che sospende la regola che prevede che il disavanzo di bilancio di un paese rimanga entro il 3% del PIL e lo stanziamento della Banca Centrale Europea di un pacchetto di emergenza da 750 miliardi di euro per alleviare l’impatto della pandemia di coronavirus, i Verdi stanno sulla posizione italiana e degli altri Stati (Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Portogallo, Grecia, Slovenia e Irlanda) che nei giorni scorsi hanno firmato la lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel invocando una maggiore solidarietà a livello europeo e, nello specifico, la creazione di eurobond o coronabond, titoli di debito pubblico comune per condividere i rischi economici della pandemia.

“Data la natura straordinaria di questa crisi”, recita il documento dei Verdi tedeschi, “devono essere emessi da subito eurobond per raccogliere i fondi necessari per le politiche sanitarie e di ricostruzione e i fondi del Meccanismo europeo di stabilità – magari con una linea di credito adattata alle circostanze «Pandemic Crisis Support»-   devono essere garantiti pero’ e da subito “senza condizionalità” politicamente pericolose. Inoltre i Verdi tedeschi hanno chiesto alla KfW, la banca pubblica tedesca, di sostenere l’Italia nella lotta contro il COVID-19 con un prestito del valore di un miliardo a sostegno delle piccole e medie imprese”.

Europa Verde – articolazione italiana dei Verdi Europei – con il programma “dalla Zona Rossa alla Zona Verde” ha intrapreso un’iniziativa forte di concerto con tutti i leader Verdi degli altri partiti europei e con gli European Greens affinché nei loro rispettivi Parlamenti si prenda una posizione a favore degli Eurobond, così come fatto dai Verdi tedeschi. Europa Verde Terracina partecipa a questa iniziativa politica e vuole riportare l’attenzione concretamente sulle azioni da intraprendere per una migliore gestione sanitaria dell’emergenza e per una veloce ripartenza della economia cittadina, nel solco delle Istituzioni nazionali e europee.

 “In questo momento”, afferma Gabriele Subiaco, co-portavoce di Europa Verde Terracina, “è assolutamente prioritario disporre di liquidità sufficiente per supportare le famiglie e i lavoratori in difficolta’, finanziare le spese sanitarie, ospedaliere e a sostegno dell’economia non solo a livello nazionale ma anche a livello locale. Tutte le imprese hanno bisogno di avere accesso ai prestiti di emergenza senza pastoie burocratiche da parte della Banca europea per gli investimenti e da parte delle banche nazionali. La priorità non deve essere soltanto dare un reddito a coloro che hanno perso il lavoro. Innanzitutto dobbiamo evitare che le persone perdano il lavoro. Se non lo faremo usciremo da questa crisi con un tasso e una capacità produttiva permanentemente più bassi. Per proteggerli serve una immediata iniezione di liquidità, essenziale alle aziende per coprire le spese operative durante la crisi, si tratti di grandi o piccole. Il piano per la ripresa deve sostenere i lavoratori in prima linea, mitigare la pressione sui nostri sistemi sanitari e attutire il colpo sull’economia nel medio-lungo termine. Oggi più che mai, abbiamo bisogno di completare l’unione bancaria e fiscale, compresa la creazione di titoli di debito comune per rendere l’euro davvero a prova di crisi e di cominciare a realizzare una unione non solo monetaria ma anche politica degli stati europei. Inoltre tutte le misure di sostegno devono essere orientate alla transizione ecologica, considerando tutte le articolazioni del Green New Deal Europeo e la completa decarbonizzazione della nostra economia a livello nazionale e locale come essenziali per una corretta ripartenza. Non possiamo permetterci di compiere più errori, consapevoli della relazione tra la pandemia e la crisi ambientale e climatica e non possiamo certo seguire la proposta antistorica della Destra conservatrice e sovranista europea di cancellare il Green New Deal europea e tornare ad una economia del carbone”.

Al momento le misure più urgenti da attuare, anche nell’ottica di una veloce ripartenza e ricostruzione del Paese, oltre il Piano Pronto Cassa Regione Lazio per 450 milioni di euro per prestiti e Fondi di Garanzia, interventi tutti realizzati grazie a una rimodulazione di fondi europei (POR FESR Lazio 2014-2020) e grazie alla collaborazione con gli istituti di credito, la Banca Europea degli Investimenti, le Camere di Commercio del Lazio e il Fondo Centrale di Garanzia e il trasferimento anticipato di 4,3 miliardi di euro dallo Stato ai Comuni pari al 66% del Fondo di solidarietà comunale (FSC) e i 400 milioni di euro, per buoni spesa o pacchi alimentari, che pero’ onestamente non ci sembrano sufficienti a tamponare la grave crisi economica, sono a nostro avviso:

  • Il pagamento, per un periodo da definire, di una parte dello stipendio (come si sta facendo in Danimarca dove viene garantito per tre mesi il 90%, fino ad un tetto massimo di 3000€ per tutti i lavoratori che guadagnano fini a 50.000€ l’anno) dei dipendenti privati a condizione (e per evitare) che le loro imprese non li licenzino. È una scelta che preserverà il reddito di tutti i lavoratori. O in alternativa (modello tedesco), ridurre l’orario di lavoro e fare in modo che il governo, insieme alle imprese, dia ai lavoratori i soldi corrispondenti alle ore tagliate. L’idea è quella di congelare tutto e poi si scongela a virus passato. Altrimenti i danni a lungo termine per il sistema sarebbero molto più gravi.
  • Garantire alle imprese in difficoltà sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali, garanzie statali a sostegno dei prestiti bancari e dei prestiti pubblici e privati con tassi di interesse agevolati. Il Governo dovrebbe incrementare subito lo stanziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI e portare rapidamente la percentuale di credito alle imprese garantita dallo Stato al 90%, così le banche avranno meno paura a prestare i soldi alle imprese per il rischio di bancarotta. Inoltre potrebbe garantire alle aziende il pagamento delle spese fisse, come l’affitto o le utenze.
  • Avviare una piattaforma flessibile temporanea di aiuti di Stato a sostegno dell’economia nel contesto dell’epidemia di COVID-19 in deroga alla normativa attuale – art 107, paragrafo 3, lettera b), del TFUE con interventi destinati a promuovere gli investimenti, mobilitando anche le riserve di liquidità disponibili nei fondi strutturali e di investimento europei. Chiedendo, anche, alla Commissione europea di concedere una proroga di un anno per l’utilizzo delle risorse della programmazione ‪2014 – 2020 e di rimandare le operazioni di programmazione a quando la pandemia sarà terminata in tutti i Paesi dell’Unione. Mantenendo le risorse nella disponibilità delle attuali Autorità di Gestione e a vantaggio degli stessi territori.
  • Stabilire un reddito europeo di quarantena (di almeno un anno) per le persone disoccupate, precarie e sottoccupate che per mesi non potranno cercare un lavoro, magari estendendo anche la platea di coloro che usufruiscono del reddito di cittadinanza. I 600 euro previsti dal governo per tutte le figure che non rientrano nell’ambito del lavoro dipendente, non sono sufficienti. Particolare attenzione deve essere posta alla l’economia sommersa, in nero e sottopagata, che non può contare su cassa integrazione e sussidi di disoccupazione e che rischia di rimanere fuori dai sussidi previsti.
  • Allungare il periodo di cassa integrazione anche a chi lavora nelle micro aziende (come gli addetti dei piccoli negozi che hanno chiuso) modulata in base alle regole di gestione e alla durata della emergenza.  
  • La digitalizzazione del Paese, la semplificazione amministrativa e la sburocratizzazione della PA sono senz’altro alcune delle questioni cruciali ed urgenti da affrontare dopo l’emergenza vista la problematica delle procedure di accesso alle varie forme di cassa integrazione ed è necessario intervenire con urgenza sulle modalità di accesso agli ammortizzatori sociali per non aggiungere ulteriori difficolta’ in questa fase emergenziale.

Bene la sospensione e rinvio dei tributi locali per tutto il 2020 previsto dal Decreto di Aprile sul tavolo del Governo che vedrà anche ulteriori sostegno di famiglie ed imprese in difficoltà. Ma a livello comunale bisogna prevedere anche un fondo di sostegno e di solidarietà per le famiglie in difficoltà come stanno facendo molti Comuni italiani.

Inoltre, come già riportato nel nostro ultimo comunicato, torniamo sulla proposta di istituire un tavolo di crisi comunale, aperto anche ai contributi di tutte le forze politiche e delle associazioni (e non solo a chi già siede in Consiglio comunale come per ora previsto) per analizzare, valutare e comunicare con chiarezza ai cittadini tutte le necessarie ed auspicabili misure economiche (locali, regionali, nazionali, europee) a supporto sia delle famiglie e delle piccole imprese. In questo momento è necessario il contributo di tutti e Europa Verde Terracina vuole fare la sua parte.